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“Potevo farcela. Potevo salire sulle nuvole e vedere l’Argentina di là dal mare”.


“Gli occhi di un gatto sono finestre che ci permettono di vedere dentro un altro mondo”.
Leggenda Irlandese


Una storia che fa sognare, che ci distacca dalla realtà, ci fa viaggiare per mondi fatati che possono essere a portata di mano,
che ci spinge a combattere le nostre paure e a vincerle, specie se abbiamo un felino al nostro fianco.
D’altronde è lo stesso protagonista a dircelo: “Fu come se all’improvviso fossimo diventati due gatti e una sola paura”.
Ed ecco che, all’improvviso, ci sentiamo un po’ gatti anche noi.
Giorgia Recchia
Quella che racconta Nero, il gatto di Parigi è la storia di un’amicizia speciale, capace di creare un ponte fra due solitudini: quella di un gatto randagio e scostante e quella di un bambino sradicato dalla propria terra a causa di una feroce dittatura. Insieme vivranno una strepitosa avventura, grazie a un legame che valica
i confini attraverso l’immaginazione e trasporta i suoi protagonisti al di là dal mare. Nero, il gatto di Parigi è una favola senza tempo, fatta di amore per la libertà
e per la propria terra, una storia velata di nostalgia ma ricca di poesia e di speranza, in grado di incantare i lettori di ogni età.
Osvaldo Soriano (Mar del Plata6 gennaio 1943 – Buenos Aires29 gennaio 1997) è stato un giornalista e scrittore argentino
Figlio di Aracelis Lora Mora e Alberto Franca, un catalano ispettore di Obras Sanitarias (l'azienda incaricata del servizio di acqua potabile in Argentina), passò
la sua infanzia insieme alla famiglia girando per l'Argentina, di paese in paese per le diverse province, seguendo il destino lavorativo di suo padre. Quella eterna fuga, quel nomadismo della sua infanzia, è stato decisivo per i suoi romanzi “on the road”, pieni di perdenti persi che ricorrono in quasi tutta la sua opera. Compiuti 26 anni, si trasferì nel 1969 da Tandil a Buenos Aires per entrare nella redazione della rivista “Primera Plana”. Nel 1971 entrò a far parte della redazione del nascente quotidiano La Opinión, un giornale che intendeva rivolgersi alla borghesia liberale e di sinistra. Le vicende del giornale però si intrecciarono ben presto con quelle politiche e con il tentativo di eliminare dal giornale qualsiasi collaboratore di sinistra. Per sei mesi di seguito, a Soriano, che rimase al giornale fino al 1974, non fu concesso di pubblicare una sola riga. Fu in questo contesto che egli decise di scrivere dei racconti in cui ricostruiva la vita dell'attore inglese Stan Laurel. Quei racconti si trasformarono ben presto in un romanzo: Triste, solitario y final, una affettuosa e struggente parodia, ambientata a Los Angeles e con protagonista Philip Marlowe. Nella città nordamericana Soriano si recò per la prima volta solo alcuni mesi dopo la pubblicazione del romanzo: visitò la tomba del grande attore e vi lasciò una copia del libro. Nel 1976, in seguito al colpo di Stato, Soriano abbandonò l'Argentina e si recò prima in Belgio e poi a Parigi, dove rimase fino al 1984. Al suo rientro a Buenos Aires la pubblicazione dei suoi libri lo portò al successo, non solo in Sudamerica, ma in tutto
il mondo. Morì il 29 gennaio del 1997  a Buenos Aires all'età di 54 anni, vittima di un cancro ai polmoni.
Il giornale il manifesto, con cui Soriano aveva collaborato, il giorno della sua morte gli dedicò la prima pagina. È sepolto nel cimitero della Chacarita.
Phileas Fogg • Liberaria Edizioni