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"Dove ho imparato quasi tutto quasi niente
 – dove, che è da nessuna parte – 
dove andiamo noi, la fine dell’Asse Mediano, là dove finisce".
Le cose imperfette è un libro sulle persone e sulle loro storie: note o sconosciute, amici o donne e uomini mai incontrati, vivi o morti che siano. Alcuni hanno un nome, altri non ce l’hanno, tutti hanno un volto, tutti quanti fanno memoria. I migranti, la donna amata, gli affetti familiari, Roberto Bolaño, David Bowie, Stefano Cucchi, David Foster Wallace, Silvina Ocampo, Milo De Angelis, Michele Mari, gli altri sono le cose imperfette e ognuno di loro è un pezzo del tempo che ci rimane.

È un libro fatto di asfalto e mare, di divani e sedili di treni e di molte cose sconosciute. Tre capitoli che si portano addosso una domanda sul futuro, un’altra sulla fortuna che abbiamo e nessuna risposta, come se la marea, nel suo ritrarsi, avesse lasciato una scia di occhi, volti, mani e parole che le poesie hanno raccolto.

Gianni Montieri è nato a Giugliano nel 1971 e vive a Venezia. Ha pubblicato: Avremo cura (2014) e Futuro semplice (2010). Suoi testi sono inseriti nella rivista monografica Argo, nei numeri sulla morte (VIXI) e sull’acqua (H2O) e nel numero 19 della rivista Versodove; sue poesie sono incluse nel volume collettivo La disarmata, (2014). È tra i fondatori del laboratorio di scrittura Lo squero della parola. Scrive su Doppiozero, minima&moralia, Huffington Post, Rivista Undici e Il Napolista, tra le altre. È redattore della rivista bilingue THE FLR. È nel comitato scientifico del Festival dei matti.
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