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«Sono venuta con mio nipote».
«Con tuo nipote? E da quand’è che avresti un nipote?»
«Da quando non ho più un cane» ribattè a tono Catherine.
Catherine ha sessantaquattro anni, un bell’aspetto e molta voglia di godersi la vita, ma ha anche un ex marito che l’ha sempre tradita e di cui aspetta ancora il ritorno, una figlia in missione umanitaria in Africa e un nipote, Lucas, a cui non ha nessuna intenzione di fare da nonna, tanto da farsi chiamare da lui con il soprannome di gioventù: Chouquette. Quando però Lucas prende la varicella e viene allontanato dal campo estivo in cui i suoi genitori lo hanno lasciato prima di partire, Chouquette è costretta a portarlo con sé a Saint Tropez e reinventarsi nonna per scoprire, insieme a lui, l’importanza degli affetti e di ciò che tramandiamo.
In Chouquette Émilie Frèche ci trascina per tre giorni in una Saint Tropez scintillante nonostante la grave crisi economica sullo sfondo, tra party della Durex e feste in yacht, tratteggiando con grazia e ironia un personaggio irresistibile, quello di una nonna sull’orlo di una crisi di nervi che finirà per ritrovare sé stessa nei piccoli, preziosi gesti quotidiani e nell’amore di Lucas.
Émilie Frèche è autrice di numerosi romanzi, tra gli ultimi: Un jour qui n'existe pas (ActesSud), Un homme dangereux, (Paris éditions Stock), Je vous sauverai tous (édition Hachette) e Vivre ensemble, (Paris, éditions Stock). Ha all’attivo anche due documentari sulla morte di Ilan Halimi: Morte di un amico (Panama, 2006) e, nel 2009, con Ruth Halimi, Ventiquattro giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi (Soglia). Chouquette, da cui nel 2017 è stato tratto l'omonimo film di Patrick Godeau, è il suo primo romanzo tradotto in Italia.
Phileas Fogg • Liberaria Edizioni