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"Niente funziona: non la bontà e neanche la cattiveria. Non la pervicacia e nemmeno la più convinta accidia. 
Quello che vi posso dire è che conviene sempre arrendersi alle proprie predisposizioni, fregandosene delle conseguenze".
Augusto Germano Poncarè sta morendo, sul pavimento della redazione del quotidiano salernitano “Il Cittadino”di cui è stato il direttore. La sua agonia è il pretesto con cui una misteriosa voce narrante ripercorre la storia della sua vita mentre lo osserva, compiaciuto, morire.

Così si snoda, attraverso il Secolo BreveL’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè, stimato intellettuale senza esserlo davvero, individuo capace
di passare indenne attraverso il Fascismo e il ’68, frequentando Croce, Moravia, Flaiano e Pasolini, in un mondo delle lettere che sembra non avvedersi dell’equivoco e sullo sfondo di una Salerno corrotta, animata da personaggi mediocri e arrivisti. 

Amleto De Silva scrive un romanzo lucido e disincantato, che con il ritratto avvincente di Poncarè ci restituisce il racconto di un’impostura come tante,
tra le storture e le aberrazioni della società e l’amara sconfitta degli ideali.
Amleto de Silva, in arte Amlo, è nato a Napoli, cresciuto a Salerno e vive a Roma. Ha esordito come vignettista su «Cuore», poi su Smemoranda e altri, vincendo il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi. Autore teatrale con Enrico Montesano, ha pubblicato i romanzi Statti attento da me e La nobile arte di misurarsi la palla con Roundmidnight. Sue vignette e battute in La classe è invasa dal principio d’inerzia per Kowalski e Carognate di Natale per Gremese. Cura le rubriche Spoiler, Playlist e On Writing, per TvZap e Ilmiolibro.it. Per LiberAria ha pubblicato Stronzology, gnoseologia della dipendenza dagli stronzi e Degenerati, il metodo Cirano per salvarsi la vita in un mondo di idioti. 
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