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"Passaggio dalla morte all'aldilà".
Riproduzione della Tomba del Tuffatore di Paestum
La tomba del Tuffatore è un manufatto dell'arte funeraria della Magna Grecia di rilevante valore storico-artistico, l'unica testimonianza di pittura greca, figurativa
e non vascolare, nota. Le pareti del manufatto e la stessa lastra di copertura sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo, realizzata con la tecnica dell'affresco.

La tomba del Tuffatore fu rinvenuta il 3 giugno del 1968, a circa due chilometri a sud di Paestum, in una piccola necropoli di fine VI - inizio V secolo a.C.,
in località Tempa del prete. La tomba del Tuffatore fu portata alla luce nel corso di sistematiche campagne di scavo condotte da Mario Napoli, a partire dal 1967, volte ad indagare le necropoli pestane.

L'interpretazione della lastra di copertura, con l'immagine del tuffatore, è invece al centro di una discussione. Quasi tutti gli studiosi concordano nell'attribuire al tuffo un significato non letterale, ma simbolico, quale simbolo del passaggio dalla morte all'aldilà. La piattaforma da cui si slancia il tuffatore allude forse alle pulai, le mitiche colonne poste da Ercole a segnare il confine del mondo, assurte a simbolo del limite della conoscenza umana. Lo specchio d'acqua, secondo la stessa opinione dello scopritore, con il suo orizzonte curvo e ondulato, rappresenterebbe il mare aperto e ondoso. La posa atletica, così ravvicinata al piedistallo da far sembrare il tuffo un sorvolo, simboleggerebbe il transito verso un mondo di conoscenza: un orizzonte diverso da quella della conoscenza terrena cui un giovane greco accede secondo le convenzioni e le esperienze esemplificate nelle pratiche simposiali: l'abbandono al vino, all'eros, all'arte, sia essa musica, canto o poesia.
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