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Non ci abitiamo mai completamente
spesso siamo un sottano
a volte una villa con giardino
raramente siamo casa e bottega
arredata con gusto.
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In un mondo alla deriva, in cui le azioni umane ci hanno posto fuori dal cerchio della vita stabilendo gerarchie e ruoli, originando ogni forma di potere, disuguaglianze, discriminazioni, nuove schiavitù, guerre, catastrofi ambientali, esiste ancora un futuro per l’essere umano?
La variabile umana indaga il concetto di umanità e le sue forme. Prendendo in prestito il gioco infantile Nomi, cose, città, riporta in vita il bambino perduto in ognuno di noi, quello che inventava mondi e che invece da adulto costruisce e distrugge, comanda e soccombe, crea e fossilizza, parte libero e arriva alla meta
dentro gabbie invisibili.

Le poesie di Elisabetta Stragapede tengono in mano un filo perduto, quello della parola che ci accomuna tutti e ci proietta oltre il nostro tempo di vita, generando un canto liberatorio capace di riconnetterci con l’armonia dell’universo e, soprattutto, con la speranza.
Elisabetta Stragapede vive a Ruvo di Puglia e lavora in editoria. Animatrice culturale promuove la lettura attraverso l'associazione In folio, dal lei fondata e diretta. Alcune sue poesie sono state pubblicate su diverse antologie poetiche tra cui Enciclopedia di Poesia Contemporanea (Fondazione Mario Luzi), L'isola di Gary (Opera Indomita), Poesia in forma di rosa. (Pasolini. Una disperata vitalità) (G.C.L. Edizioni), Taccuino della poesia (Giulio Perrone editore). Ha pubblicato La misura del tempo (Secop edizioni 2018).​​​​​​​
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